Ottobre 10, 2024
C’è la guerra, più carbone per tutti
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C’è la guerra, più carbone per tutti

Meno limiti alle emissioni per le centrali a carbone. È quanto prevede il decreto legge approvato dal governo Draghi a causa della crisi energetica legata al conflitto in Ucraina.

Una notizia che ha chiaramente avuto un impatto emotivo forte su una città già toccata, nelle settimane passate, dalle notizie del parere favorevole al megadigestore di rifiuti romani da 125mila tonnellate annue. Più carbone per tutti sembra insomma il sinistro slogan che suona, seguito alla parentesi considerata positiva dell’abbandono del progetto a gas da parte di Enel.

Chiaramente, cominciano a delinearsi più posizioni. Ad esempio ecco quella di Civitavecchia Bene Comune, il cartello delle associazioni ambientaliste:

 “Se ce ne fosse ancora bisogno, questi giorni drammatici, ci stanno dimostrando quanto sia stata e quanto sia tutt’ora irresponsabile la scelta di dipendere dalle fonti fossili per il fabbisogno energetico nazionale. Così vogliono procrastinare l’uso del carbone almeno sino alla prossima crisi geopolitica. Sono anni che stiamo indicando la strada delle rinnovabili come l’offshore eolico che presto approderà sui tavoli del MITE. Ma non basta, dovremo sviluppare il fotovoltaico con le Comunità energetiche, prossimo nostro obiettivo. Civitavecchia dovrà diventare un polo di produzione di energie rinnovabili. È stata una lunga e incerta battaglia quella contro la costruzione di una nuova centrale elettrica a TVN alimentata a gas, ma alla fine siamo riusciti a mettere il primo mattone del futuro che verrà, libero dai fossili. La dichiarazione di Enel che dice di aver “ascoltato il territorio“ ce la godiamo e ne facciamo il vanto di un intero territorio. Enel ha ascoltato perché il territorio si è fatto sentire ed ha parlato unito con una sola voce, quella che va dalle associazioni ambientaliste alle forze sindacali, dai partiti e dai lavoratori alle istituzioni locali, dalle comunità religiose ai comuni cittadini. Come realtà ambientaliste locali abbiamo proposto i progetti alternativi e green elaborati da validi scienziati: l’offshore eolico, l’ambientalizzazione del porto, il progetto ZEPHYRO che è stato apprezzato in Europa e la produzione di idrogeno verde. E come realtà ambientaliste stiamo spingendo ora per un piccolo impianto di compostaggio aerobico ad esclusivo servizio del comprensorio. Così pensiamo che il successo contro l’incubo del biodigestore richieda necessariamente l’unità di tutto il territorio come è stato fino ad adesso. I signori della guerra ci vogliono riportare indietro all’età della pietra e del carbone. Soffiano sui venti di guerra per investire ancora sul carbone anziché sulle rinnovabili. Ma il futuro è un altro e faremo del tutto per non farcelo sfuggire. Il sole, il vento e il mare non sono di nessuno e sono a disposizione di tutti.”

Per parte sindacale, la Fion-Cgil si è fatta viva con un comunicato. “Il notevole aumento del costo del gas ha già avuto come effetto una maggiore attività di Torrevaldaliga nord ed a questo potrebbero aggiungersi gli effetti delle decisioni per il fabbisogno energetico annunciate dal Governo a causa del conflitto in corso. Ma una Centrale avviata verso il declino e con riduzioni di attività già programmate come può far fronte alle nuove esigenze? Come si sta organizzando Enel? Affinchè le nuove necessità non mettano a rischio la sicurezza e la salute dei lavoratori chiediamo con urgenza controlli e interventi straordinari di manutenzione degli impianti.
Dopo la presentazione dell’offshore al Ministero della Transizione Ecologica, il cambio di rotta sul gas è la seconda tappa del percorso verso una riconversione industriale rispettosa sia dei lavoratori che dell’ambiente: decarbonizzare TVN con rinnovabili e impianti di accumulo sarebbe coerente con questi valori. Le recenti dichiarazioni generali dell’AD Starace, al pari di quelle destinate a Civitavecchia con cui Enel ha accettato il percorso condiviso, sono novità positive per le quali abbiamo già chiesto uno specifico incontro. Adesso bisogna passare dalle parole ai fatti e magari anche lavorare allo scopo di creare le condizioni per intrecciare questo percorso con quello dell’eolico offshore. Il Ministero calendarizzi velocemente gli incontri, necessari anche per chiarire il ruolo del Governo che deve assumersi la responsabilità di guidare il processo”.