Dicembre 8, 2024
Port Mobility: scocca l’ora dello sciopero
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Port Mobility: scocca l’ora dello sciopero

Giornata di sciopero proclamata per il 4 dicembre. È la decisione che le organizzazioni sindacali di categoria Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Usb e Fast hanno proclamato per la gravissima situazione che investe la Port Mobility, società che tra le altre mansioni movimenta i passeggeri all’interno del porto di Civitavecchia. Il punto di partenza, dolorosissimo, è la procedura di licenziamento collettivo, dichiarando appunto un esubero e licenziamento di 26 lavoratori addetti alla viabilità.

“Quanto sopra si rende inevitabile in quanto la Società Port Mobility, durante le varie riunioni tenutesi in sede aziendale nei mesi passati hanno rigettato tutte le ipotesi che le scriventi organizzazioni sindacali hanno proposto come alternativa ai licenziamenti, come: accedere agli ammortizzatori sociali straordinari e scongiurare, in attesa di risposte da parte dell’Autorità Portuale, per la riduzione del personale o, in alternativa, di congelare la fase sindacale al fine di poter coinvolgere congiuntamente l’ADSP e le società private che operano nel porto di Civitavecchia per verificare possibili assorbimenti del personale in esubero e intervenire quindi sulla riduzione dei licenziamenti attraverso percorsi di formazione e riqualificazione dei lavoratori in esubero”, scrivono le rappresentanze sindacali.

“L’Azienda ha ribadito che, in considerazione delle motivazioni esposte (riduzione importante dei servizi) l’accesso a strumenti temporanei di integrazione salariale non consentirebbe, senza un intervento esterno, di ridurre gli esuberi. Tantomeno la Società, in considerazione del comportamento assunto dai soggetti esterni, ritiene sia opportuno prorogare la fase sindacale”.

Di qui la proclamazione dello stato di agitazione, una prima giornata di sciopero per il 4 dicembre (altre due sono “in canna”) e blocco delle flessibilità. Le richieste? “Si richiede il ritiro della procedura e dell’intenzione di ricorrere a licenziamenti per la dignità e qualità del lavoro, per la tutela del tessuto industriale nel Porto di Civitavecchia, per un sistema economico basato non solo sul mero profitto ma anche e soprattutto sui diritti, la legalità e il rispetto della persona, contro il malcostume di scaricare semplicisticamente sull’anello più debole della filiera le difficoltà imprenditoriali”.