Il narcisismo, violenza celata
Si è concluso sabato 18 il ciclo di seminari (quattro in tutto) alla STAS (Società Tarquiniense d’Arte e Storia) di “Pillole di Psicologia” realizzato da Claudia Rossetti, in collaborazione con l’associazione socio culturale PerformA, con il contributo economico del comune di Tarquinia e il patrocinio della società tarquiniense di Arte e Storia, su spinta dell’imprenditore Alessandro Scibilia. Argomento dell’ultimo incontro il tema del Narcisismo affrontato da tre professioniste sotto vari punti di vista: l’avvocatessa penalista Luana Sciamanna, la direttrice del supercarcere di Civitavecchia dottoressa Patrizia Bravetti e la psicologa Claudia Rossetti.Il seminario ha avuto molta eco non solo per la quantità di adesioni ricevute, ma anche per le disparate fasce di età intervenute. Non sentiamo parlare spesso del disturbo di personalità narcisistica perché ne leggiamo solo gli effetti ultimi su qualche giornale, quando in casi gravi la vittima viene uccisa.“Parte tutto dalla famiglia – spiega la psicologa Rossetti – è nella famiglia che si crea l’identità dell’individuo”. La relazione narcisistica ha tre fasi : la prima – quando il narcisista mostra all’altro il meglio di sé – la seconda nella quale il partner è convinto di poter cambiare l’altro e l’ultima dove la manipolazione, la violenza psicologica e verbale distruggono la vittima, isolandola da amicizie e conoscenze.“Le dinamiche delle relazioni tossiche sono simili tra loro e quando le notiamo da fuori dobbiamo intervenire – tuona l’Avv. Luana Sciamanna – inutile mettere il 25 novembre foto di donne tumefatte in volto, quando la violenza psicologia è altrettanto grave di quella fisica. La legge tutela gli individui che finiscono sotto le mani di un narcisista e vorrei sfatare molti miti in questa sede: falso che alla donna senza mezzi economici vengano tolti i figli, così come è falso non poter dimostrare i lividi che si hanno nell’anima”. Il seminario si è concluso con l’intervento della dott.ssa Bravetti che ha spiegato come vengono detenuti i “sex offender” (coloro che commettono violenza sessuale). I sex offender vengono isolati dagli altri detenuti e (nell’anno 2022) 58 di loro sono stati posti ad un trattamento per essere riabilitati una volta che arriveranno a fine pena. In ultimo un commento di Alessandro Scibilia sul motivo per il quale abbia fortemente voluto unire tante diverse figure: “I tempi sono maturi per parlare ed affrontare questo tema del quale non si sa mai abbastanza, molte persone sono ancora spaventate da queste situazioni e si devono sdoganare molti luoghi comuni, spero che questi incontri siano solo l’inizio di un qualcosa che nel tempo potrà divenire un progetto più concreto”. Mariangela Capparella